Riabilitazione

MAL DI SCHIENA IN GRAVIDANZA – APPROCCIO CHINESIOLOGICO

a cura di Dino Caprara

Fattori di rischio associati alla comparsa di dolore lombare

Quasi tutti noi sviluppiamo prima o poi un dolore lombare, per questa ragione è scorretto aspettarsi che il mal di schiena dipenda soltanto da fattori quali obesità, inattività fisica o lavori logoranti.
L’importante lavoro di Gordon Waddell (1998) riesamina criticamente l’inadeguatezza della metodologia e dell’approccio scientifico degli studi che hanno definito i rischi di dolore lombare, inclusi:

  • Lavoro manuale pesante
  • Sollevamento e torsione ripetitivi
  • Stress posturale
  • Vibrazioni dell’intero corpo
  • Lavoro monotono
  • Mancanza di controllo sul lavoro
  • Bassa soddisfazione nel lavoro
  • Forma fisica scadente
  • Forza del tronco scarsa o inadeguata
  • Fumo

Waddell, dopo una revisione critica di questi studi, ha raggiunto molte conclusioni interessanti:

  • La maggior parte degli individui soffre di mal di schiena; ereditarietà, sesso e costituzione corporea fanno poca differenza
  • smettere di fumare, evitare o correggere l’obesità e raggiungere una buona forma fisica sono buoni consigli generali di salute che possono aiutare a ridurre la probabilità di sviluppare nuovi episodi di dolore alla schiena

Cause di dolore lombare in gravidanza

Come è noto le donne in stato di gravidanza, presentano spesso dolore in sede lombare e le donne che già soffrono di tale disturbo spesso temono una gravidanza che possa potenzialmente aggravare il dolore.
Da studi epidemiologici recenti, è emerso che il dolore lombare era presente nel il 18% delle donne prima della gravidanza, nel 71% durante la gravidanza e nel 16% dopo il parto, nella maggior parte dei casi il dolore compariva tra il 5° ed il 7° mese di gravidanza; è possibile parlare quindi di mal di schiena specifico.
Uno dei motivi è legato al fatto che in gravidanza si verifica un aumento di lassità del tessuto collagene; è noto inoltre, che in gravidanza il contenuto ematico di relaxina aumenta di 10 volte con un picco massimo tra la 38° e la 42° settimana, ciò avrebbe influenza soprattutto sull’articolazione sacro-iliaca e sulla sinfisi pubica ma potrebbe influire anche sulla colonna rendendo tali strutture meno rigide.
L’aumento di peso corporeo e del volume dell’addome determinano uno spostamento del baricentro corporeo in avanti sul piano sagittale, con conseguente antepulsione del torace, antiversione del bacino, aumento della lordosi lombare in concomitanza dell’incremento dell’angolo di inclinazione del piatto sacrale rispetto al valore fisiologico (Foto 2).

L’articolazione sacroiliaca risponde alla nuova situazione adattandosi in nutazione.
Questi adattamenti possono provocare una risposta algica, dovuta a un aumento della forza di derotazione sulle faccette articolari lombari e sull’articolazione sacroiliaca , allo stiramento del sistema legamentoso di stabilizzazione e a fenomeni di generica discopatia legati a un incremento della pressione intradiscale.

Approccio chinesiologico

Prima di iniziare la descrizione del protocollo di lavoro, vale la pena soffermarsi sulla preparazione dell’ambiente in cui svolgere la seduta.
Particolare molto importante è la giusta temperatura della stanza; ricordiamo che gran parte del lavoro è svolto a terra e non richiede molto impegno fisico, per le più “freddolose” l’invito a tenere una maglia lunga è d’obbligo,inoltre la scelta di un tappetino capiente e spesso, ci isola dal freddo pavimento oltre a risultare piacevole e comodo al tatto.
Particolari attenzioni vanno rivolte anche alle luci: una persona distesa a terra stenterà a concentrarsi se ha l’illuminazione dall’alto rivolta negli occhi; meglio scegliere lampade a terra che verranno accese successivamente all’ingresso della corsista; alcune candele aromatizzate inoltre, aiuteranno la corsista a sentirsi a proprio agio.
Come sottofondo musicale, sicuramente più comodi e pratici i “rumori della natura” che di certo non interferiranno con il tono di voce dell’insegnante, che dovrebbe essere pacato e basso.
Il primo esercizio, vede la corsista in posizione supina sul tappetino con le gambe rilassate su una fitball del diametro di 55 (Foto 3), le braccia larghe a terra e l’invito a compiere delle piccole oscillazioni laterali che aumenteranno di lunghezza con l’andare avanti delle ripetizioni; è d’obbligo far notare la velocità di esecuzione che sarà lenta e controllata, inoltre la sincronizzazione tra respirazione e movimento.

Foto 3

Successivamente, con una softball tra le ginocchia e solo i talloni appoggiati alla fitball, si inviterà a compiere dei piccoli cerchi in senso orario-antiorario (Foto 4), meglio se l’operatore segua da vicino i “cerchi” al fine di poterne controllare l’ampiezza e la velocità.

Foto 4

Come ultimo esercizio con l’ausilio della fitball, si chiederà di eseguire delle flesso-estensioni degli arti inferiori (Foto 5), adattando la lunghezza della respirazione al movimento (non il contrario!); inspirare in estensione, espirare in flessione.

Foto 5

Ora che la cintura addominale è riscaldata, si potrà utilizzare il disc’O’Sit per l’orologio Feldenkrais; compiendo i movimenti ore 6 – ore 12, ore 3 – ore 9  assecondati dalla giusta respirazione (Foto 6), è possibile eseguire l’Orologio Feldenkrais * anche da seduti su di una fitball davanti allo specchio (Foto 7), ma non nelle primissime sedute per motivi di equilibrio e comunque successivamente alla variante a terra.

Foto 6

Foto 7

* L’orologio pelvico (Orologio Feldenkrais)
(Sonia Amicucci – Laboratorio Feldenkrais Orvieto)

1 – Sdraiati a terra su una coperta o un tappeto e prenditi il tempo necessario per sentire come il corpo si appoggia sul pavimento. Organizzati in una posizione comoda.
2 – Piega le gambe e porta le piante dei piedi sul pavimento con le ginocchia verticali al soffitto. Osserva come sono cambiati gli appoggi e in quale nuova relazione stanno tra loro la testa, la schiena, il bacino, le gambe, i piedi.
3 – Immagina che sotto il tuo bacino, disegnato per terra, ci sia un grande quadrante di orologio con le ore 12 poste sotto la zona lombare e le ore 6 disegnate sotto il coccige.
Le tre sono sotto la natica sinistra, le nove sotto quella destra.
4 – Lentamente e senza sforzo bascula il bacino rotolandolo in giù, in modo che il coccige prema sulle ore 6 e la curva lombare aumenti la distanza dal pavimento. Poi in su, in modo che la zona lombare si appoggi delicatamente sul pavimento, sopra le ore 12. Ora la zona dell’osso sacro sfiora appena il pavimento, mentre tutto il peso del bacino è sulla zona lombare. Lascia che i muscoli della schiena e della pancia rimangano rilassati, così potrai sentire l’azione di tutte le ossa del bacino e della colonna vertebrale.
5 – Alterna questo movimento su e giù alcune volte e osserva come il movimento del bacino coinvolge il resto di te: in su, lungo la colonna vertebrale e la testa; in giù verso le gambe e i piedi. Stai respirando liberamente? Il movimento procede in modo liscio o a scatti? Quali parti della colonna vertebrale si muovono facilmente? La testa è coinvolta in questo movimento?
6 – Ora riposa qualche istante, gambe e braccia distese. Prenditi il tempo necessario ad osservare le differenze: Nota come il corpo ora è organizzato diversamente sul pavimento. Ci sono delle zone più morbide? Puoi sentire con maggiore chiarezza la tua colonna vertebrale e il bacino? Ci sono differenze tra un lato del corpo e l’altro? Come sono cambiati gli appoggi? Come ti senti?
7 – Lentamente piega di nuovo le gambe, piante dei piedi sul pavimento alla larghezza del bacino. Ripeti alcune volte il movimento dell’orologio 6/12 con il bacino e osserva altri dettagli:
quando i piedi premono delicatamente sul pavimento il tuo bacino rotolerà in su, quando smettono di premere e alleggeriscono il loro contatto con il tappeto il bacino rotolerà in giù alle 6.
La mandibola e la bocca sono tese o rilassate? (Stringi i denti per qualche istante e nota come il movimento ed il respiro cambiano!).
Il movimento sta diventando via via più liscio, morbido e regolare?
Cosa fanno gli occhi? Osservano due diversi punti sul soffitto o rimangono fissi? Ad occhi chiudi, puoi notare che si muovono sotto le palpebre?
8 – Adesso puoi notare tutte queste cose contemporaneamente? Cioè, puoi osservare tutto di te mentre ti muovi? Come ti senti? Come ti fa sentire questa idea?
9 – Riposa di nuovo, gambe e braccia allungate, e nota i cambiamenti e il tuo respiro.
Osserva tutto il tuo corpo sdraiato a terra (puoi anche immaginare di essere sdraiato/a sulla sabbia) e nota quali parti sono più aderenti al suolo ora, quali parti sono più morbide, la tua comodità. Crea nella tua mente l’immagine del tuo scheletro sdraiato e osserva la forma delle ossa, la loro lunghezza. Immagina il movimento dell’orologio. Osserva tutto di te, mentre riposi.
10 – Lentamente rotola verso il tuo fianco preferito, siediti e poi alzati in piedi. Nota la tua postura, l’allineamento del corpo, dove va il tuo sguardo; senti com’è distribuito il peso sui due piedi, nota se la respirazione è libera e più ampia. Cammina in giro per la stanza guardandoti intorno e senti gli effetti che i movimenti appena esplorati hanno su tutta la tua andatura. Nota se le tue sensazioni interne si accordano con il tuo modo di camminare ed esplorare lo spazio. E, ancora una volta, osserva tutto te stesso / tutta te stessa: il tuo umore, le sensazioni, i movimenti, i tuoi pensieri, in che stato d’animo sei …

Realizzato da: Dott. Maurizio Cancedda – Fisioterapista

Per i precedenti esercizi, il numero delle ripetizioni varia da caso a caso; a volte data la lentezza delle progressioni non sono necessarie serie e recuperi, ma semplicemente un’unica lunga serie protratta nel tempo.
Negli esercizi che prevedono una coordinazione respiratoria, è necessario non insistere oltre le 10 – 15 ripetizioni, controllando che gli atti respiratori non risultino eccessivamente profondi o veloci.
Dopo la prima fase di mobilizzazione, si passa alla seconda di allungamento; il primo esercizio è la “farfalla” di Souchard, con l’accorgimento di apporre un cilindro tipo Physioroller sotto le ginocchia della corsista al fine di poterne aumentare il comfort ma soprattutto di non arrivare alla barriera motoria degli adduttori (Foto 8).

Foto 8

Dopo la farfalla, è possibile passare ad una delle “squadre” di Mèzières con l’ausilio di una superficie morbida tra i talloni e la spalliera (Foto 9), preferibilmente senza cercare subito i canonici 90° tra arti inferiori e torace, ma lasciando alla corsista stessa la giusta angolazione di partenza.

Foto 9

Infine, un semplice esercizio a conclusione della seduta, prevede la corsista seduta sui talloni con le ginocchia lievemente divaricate, con gli arti superiori sulla fitball (Foto 10); quest’ultimo esercizio permette alla corsista di non rialzarsi immediatamente in piedi, scongiurando qualsiasi tipo di vertigine imposta dal tempo passato a terra.

Foto 10

Da evitare, a rigor di logica, tutti gli esercizi di allungamento classici per la catena posteriore che prevedono di avvicinare le cosce al torace, come molti esercizi Mackenzie e Back School che rimangono comunque molto utili nella fase post parto.

Conclusioni

Il precedente protocollo, che andrebbe svolto due volte la settimana, ha prodotto ottimi risultati sia in lombalgie sorte in gravidanza, sia in lombalgie già presenti prima del concepimento.
Per la durata nel tempo, ogni caso fa storia a se, ma alcune corsiste sono arrivate anche a due settimane prima del parto; inoltre uno stile di vita sano completa l’opera: di solito la domanda più frequente è quale altra attività sia possibile effettuare; l’attività di medio-bassa intensità protratta nel tempo resta sempre la scelta vincente, come ad esempio camminare.

Bibliografia

  1. S.B. Brotzman: CLINICAL ORTHOPAEDIC REHABILITATION – Excerpta Medica Italia Srl
  2. F. Scoppa, F. Vendrame: Lombalgia posturale in gravidanza: analisi di un sussidio tecnico – Ortho2000, 04 luglio 2004.

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