STUDIO SULLA SIMMETRIA DI SPINTA DEGLI ARTI INFERIORI E PROGRAMMA DI COMPENSO

Rosario Bellia
Fisioterapista
Negli ultimi due decenni sono stati studiati diversi indici di asimmetria di forza degli arti inferiori per verificarne l’influenza sul rischio di infortuni o per valutare e monitorare il recupero post-traumatico o post-operatorio. Gli indicatori più utilizzati sono: asimmetria di forza tra arto destro e sinistro degli estensori o dei flessori del ginocchio; rapporto tra flessori ed estensori dello stesso arto oppure rapporto tra forza degli adduttori ed abduttori sempre misurati sulla stessa gamba. In campo internazionale è ormai noto che “l’imbalance” (squilibrio muscolare di vario tipo) costituisce un fattore di rischio nell’insorgenza di infortuni muscolo-tendinei agli arti inferiori, oltre ad incidere sul rendimento sportivo (performance). Un altro aspetto importante nel monitoraggio degli squilibri di forza agli arti inferiori è legato alla verifica del programma riabilitativo post-trauma (DvroraK e Junge, 2000).
Le motivazioni di realizzazione di questo studio
Le valutazioni più utilizzate in questa metodologia sono le misure con apparecchi di isocinetica che, oltre ad essere difficilmente reperibili, danno delle valutazioni non “funzionali” per l’attività sportiva, effettuata quasi sempre in catena cinetica chiusa: correre, saltare …, mentre con i test isocinetici si valutano movimenti in catena cinetica aperta (movimenti, nel caso degli arti inferiori, dove non esiste appoggio del piede: tipo leg-extension) e a velocità costante (Abernethly e coll. 1995). L’isocinetica rimane, comunque, il metodo più preciso e sicuro di valutazione del rapporto di forza dei muscoli agonisti ed antagonisti sia in forma eccentrica che concentrica, però poco accessibile a chi opera sul campo d’allenamento.
Ecco perché prendendo spunto dal lavoro del prof. Aldo Sassi e coll., che utilizza una pedana piezoelettrica per valutare i picchi di forza isometrica durante salto verticale e la pressa con angolo al ginocchio di 100º sia per l’arto destro che sinistro, i dati raccolti hanno evidenziato una forte correlazione tra lo sbilanciamento (differenze percentuali) del picco tra i due arti. In definitiva lo sbilanciamento percentuale che si riscontra in isometria alla pressa si ritrova anche durante il salto.
Lo sviluppo e la validazione scientifica di una valutazione devono seguire un percorso ben definito: validazione, ripetibilità, dati normativi (su grandi numeri di atleti).
La valutazione che voglio proporre, “salti nelle tre direzioni”, non ha presunzione d’alta scientificità ma sicuramente può dare un valido aiuto all’allenatore, dando delle indicazioni preziose con l’utilizzo di strumenti semplici e a costo zero.
Con l’utilizzo di una valutazione con misurazione dei “salti nelle tre direzioni” è possibile identificare i soggetti con evidenti asimmetrie di forza, che possono essere indirizzati a valutazioni più analitiche con apparecchiature isocinetiche o pedana piezoelettrica.
Dallo studio del prof. Sassi si evidenzia che i livelli di normalità sono posti per risultati che indicano asimmetrie di + 18% e – 16%; ciò permette di individuare quei soggetti che presentano valori di asimmetrie di forza anormali e quindi dannosi e “non economici” per il gesto sportivo.
Ulteriori approfondimenti andranno effettuati in relazione all’utilizzo di questo test nel controllo del recupero post-traumatico dello sportivo e nel monitoraggio del ripristino della normale funzionalità degli arti inferiori.
Descrizione dei test per “standardizzarli”
È importante realizzare i test come descritti, se vogliamo renderli ripetibili e quindi applicarli in tutti i campi di allenamento nello stesso modo ed avere dei parametri comuni.
Il gap percentuale rispetto alle rilevazioni con gli strumenti utilizzati nello studio del prof. Sassi è risultato dell’8-9%. Le rilevazioni fatte con il “test dei tre salti” evidenziano che le asimmetrie degli atleti collocate oltre il gap percentuale causano squilibri significativi.
A livello scolastico ho tarato questo test trasformando i dati del gap da intensità di spinta in centimetri, riferito alla nostra rilevazione. Tutto è da verificare con l’aiuto di chi vuole sperimentare questo metodo.
Questo studio è stato realizzato con i dati ottenuti sottoponendo ai test tutti gli atleti della società sportiva di pattinaggio a rotelle specialità corsa “Skating Club Cassano d’Adda”. Gli atleti sottoposti alla rilevazione sono stati 25 (15 maschi – 10 femmine) di età variabile tra 11 e 36 anni e di diverso livello di performance sportiva: campioni mondiali, europei, italiani e soggetti giovani emergenti.
I risultati sono stati molto confortanti e ci riproponiamo di applicare questo protocollo ad atleti di altre discipline sportive.
Modalità di esecuzione dei test
– Posizione di partenza: stazione eretta in appoggio monopodalico piegamento massimo 110°
– Spinta con contromovimento
– Si eseguono due prove per parte, con la stessa modalità esecutiva in tutte le prove
– Arto libero con piede vicino, ma non a contatto del terreno.
Esecuzione
- 1- Salto monopodalico avanti
Dalla posizione in stazione eretta e appoggio monopodalico, si esegue un piegamento fino al massimo di 110° e poi, dopo l’estensione in avanti dell’arto in appoggio, si atterra sullo stesso arto. La misurazione si effettua dalla punta del piede della posizione di partenza al tallone all’atterraggio.
- 2- Salto monopodalico in alto (tipo Sargent test)
L’atleta si avvicina al muro e si misura l’altezza di massima estensione con piedi a terra e braccio alzato.
L’atleta, staccandosi dal muro e sempre dalla solita posizione di partenza, effettua l’estensione verso l’alto e tocca il muro con la mano dello stesso lato nel punto più alto. Si calcola la differenza fra la rilevazione iniziale e quella dopo l’estensione verso l’alto.
Conviene utilizzare sempre il braccio preferito dall’atleta, perché con l’esecuzione dei test si è evidenziato che il risultato può essere influenzato negativamente dalla capacità di destrezza.
- 3- Salto monopodalico laterale
Inizio con i piedi su una linea. Dopo aver effettuato un piegamento massimo di 110º, si effettua una estensione laterale dell’arto, prima verso destra e poi verso sinistra.
La misurazione si effettua dal margine esterno della scarpa in posizione di partenza, al margine esterno della scarpa all’arrivo.
Trascrizione dei risultati utilizzando la scheda allegata
Si omettono i nomi per la privacy, ma si segnalano i seguenti dati, che possono essere indicativi in fase di osservazione ed elaborazione del programma di compenso:
- sesso
- età
- anni di attività sportiva
- specialità
Lavoro di compenso dopo l’elaborazione dei risultati (scoordinazione – differenza di forza, elasticità muscolare, mobilità articolare)
Valutazione dei risultati
Dopo aver trascritto tutti i dati rilevati, si procede ad un’analisi per evidenziare in primo luogo se siamo in presenza di “una asimmetria di forza”, che viene determinata se le differenze fra i due arti risultano ± 8-9%.
Nel caso in cui si evidenzino positivi per asimmetria, se tali valori risultano elevati è consigliabile sottoporre l’atleta ad un controllo isocinetico specifico e/o ad una analisi con pedana piezoelettrica.
Se invece le differenze sono modeste, si può definire un programma di “compenso”, effettuando ulteriori test utili a evidenziare la vera causa della asimmetria.
a) Differenza di forza:
– misurazioni circonferenze coscia (tre misure ogni 10 cm. dalla rotula)
– valutazione pressa in spinta monopodalica
– valutazione leg-extension monopodalica
– valutazione leg-curl o standing leg curling
b) Differenza di mobilità articolare:
– test della mobilità coxo-femorale (articolazione dell’anca)
– test della mobilità del ginocchio
– test della mobilità dell’articolazione tibio-tarsica
c) Differenza di elasticità muscolare:
– test dell’elasticità muscolare estensori e flessori (traumi precedenti?)
d) Differenza di carico:
– test di stabilometria alle due bilance.
Elaborazione di un programma di “compenso”
In base ai dati emersi da questa serie di osservazioni si potrà progettare un programma di “compenso”, che risulterà molto importante sia per prevenire eventuali traumi all’apparato locomotore sia per migliorare il rendimento sportivo (performance). Per indicazioni più approfondite si rimanda al lavoro:
Pattinare: analisi biomeccanica e stabilometrica per ottimizzare le prestazioni del pattinatore
Fasi di rilevazione del carico podalico, con due bilance in posizione fondamentale, durante la preparazione di Simone Bellia (Campione Mondiale Junior 2005 – Suzhou, Cina)
Calcolo “pratico” delle percentuali
Calcolo del Gap percentuale:
– dopo aver fatto le varie rilevazioni, si calcolano i gap percentuali per procedere alle valutazioni ed evidenziare i range dei risultati di ogni atleta. Di seguito è riportata la modalità più semplice per calcolare il valore di riferimento.
Gap % = [differenza fra le due prove (arto dx – sx) / valore più elevato] x 100
Esempio: Prova di salto in avanti dx 205 e sin 195
Gap % = [(205 – 195) / 205 ] x 100 = (10 / 205) x 100 = 0.0487 x 100 = 4.87 %
Opzioni di valutazione
Quando le asimmetrie di spinta sono alterne rispetto alle prove, il risultato è ininfluente. Si consiglia di ripetere le prove a distanza di circa due mesi.
Quando l’asimmetria di spinta si presenta costantemente nelle prove in modo significativo, ma inferiore al limite stabilito, si può attivare un programma di compenso “blando”.
Quando l’asimmetria di spinta è costante e oltre il limite di normalità, si deve attuare un programma di compenso con verifica a distanza di circa due mesi, per valutare il risultato ottenuto.
Conclusioni
Molto spesso ci troviamo ad affrontare nella nostra quotidiana attività di fisioterapisti dei casi di atleti che hanno avuto degli incidenti muscolari di varia natura e gravità. Ci sentiamo disorientati nel vedere questi atleti che presentano delle masse muscolari importanti e poi quando invece cominciamo ad effettuare i test funzionali, ci accorgiamo che spesso hanno una mobilità articolare limitata sia generale che segmentaria, sono portatori di limitazioni funzionali per traumi mal curati e spesso hanno delle asimmetrie muscolari.
Queste asimmetrie nel pattinaggio sono asintomatiche fino a quando l’aumento del carico di allenamento, il cambio dell’attrezzo utilizzato, percorsi “difficili”, metodiche d’allenamento più “aggressive” … causano l’insorgenza della alterazione.
In ogni caso, anche se siamo stati fortunati e queste asimmetrie non hanno dato nessun sintomo, sicuramente esse incidono in maniera negativa sul risultato sportivo, causando un rendimento al di sotto delle possibilità reali.
Da questo primo lavoro di ricerca si è evidenziata la presenza di asimmetrie di spinta fra i due arti in un elevato numero di atleti esaminati, spesso determinanti nell’origine di traumi muscolari ed articolari e con effetto negativo sulla performance. Spesso tali anomalie sono correlate a dimorfismi del piede.
Questo lavoro può essere d’aiuto a coloro che si occupano di pattinaggio a rotelle corsa, anche se questo metodo di osservazione può essere importante per tutte le attività sportive, viste le elevate sollecitazioni a cui viene sottoposto l’organismo dell’atleta nello sport moderno.
BIBLIOGRAFIA
- Bellia, Sarzo: Il taping kinesiologico nella traumatologia sportiva – manuale pratico di applicazione – Ed. Alea Milano, 2011
- Appoggio podalico: piede causativo, piede adattativo – Università “La Sapienza” di Roma, 2006
- Paparella Treccia: L’uomo e il suo moto – Verduci Editore Roma, 1988
- G. Pisani: Trattato di chirurgia del piede – Milano, 2008
- R. Bellia: Generalità sull’applicazione del taping kinesiologico® – Bergamo, 2008
- R. Bellia: Traumatologia nel pattinaggio a rotelle corsa: utilizzo dell’InterX e del taping kinesiologico® nei piccoli traumi da sport – Bergamo, 2008
- R. Bellia: Il taping kinesiologico®: un metodo molto efficace anche nel pattinaggio a rotelle specialità corsa – www.simonebellia.com, 2006
- R. Bellia: La sindrome del compartimento anteriore della gamba, un male che affligge tanti pattinatori -www.simonebellia.com, 2005
- R. Bellia: Analisi biomeccanica del pattinaggio a rotelle – Pubblicato nel sito: www.fihp.org/corsa, 2006.
Sitografia
www.studiosport.it
www.simonebellia.com
www.sportmedicina.com
www.fisiobrain.com
www.sanitariaitalia.it
www.Humanitasalute.it
www.diasu.com
www.illaboratoriodelleidee.com
A cura di Rosario Bellia
– Docente di Taping Kinesiologico® presso Università Statale di Valencia (Spagna)
– Fisioterapista della nazionale italiana della F.I.H.P.
– Presidente dell’Associazione Italiana Taping Kinesiologico
http://kinesiobellia.com/
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