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SPORT … L’AMICO DEL CUORE

Lo sport è amico del cuore. La sedentarietà, infatti, è uno dei principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari, mentre, al contrario, svolgere una regolare attività sportiva permette di allenare e mantenere giovani cuore e vasi sanguigni.
I risultati dipendono dal tipo di sport e dal tipo di sforzo fisico che comporta: le attività anaerobiche (senza produzione di ossigeno) stressano l’apparato cardiovascolare, ma contribuiscono a bruciare grassi e a diminuire la quantità di colesterolo LDL nel sangue; gli sport aerobici (con produzione di ossigeno) come la corsa di fondo o il ciclismo allenano il cuore, migliorandone l’efficienza e la resistenza.

CUORE E SPORT

Cuore e sport
Un’attività fisica sana, regolare e senza sforzi aumenta il colesterolo buono (HDL), diminuisce quello cattivo (LDL), abbassa la pressione arteriosa e i livelli di glicemia ma, soprattutto, riduce il rischio di aritmie minacciose e di morti improvvise.

Perché fare attività fisica?
Fare sport ci mantiene giovani, più di qualsiasi prodotto di bellezza o cura miracolosa. Un’attività fisica condotta con moderazione ma regolarità, fin dall’età dello sviluppo, permette all’organismo di mantenersi sano ed efficiente più a lungo, ritardando la degenerazione dei muscoli, delle articolazioni e delle strutture organiche.
È scientificamente dimostrato che lo sport apporta benefici per tutto il corpo:

  • muscoli ed articolazioni si rafforzano, con miglioramenti anche nella postura e nella resistenza alla fatica quotidiana. Muscoli addominali e dorsali in forma, poi, allontanano il rischio di patologie della colonna vertebrale (ad esempio: ernie e lombosciatalgie)
  • il metabolismo si ottimizza: migliora il rapporto tra massa grassa e massa magra del corpo, viene regolato lo stimolo della fame e si riequilibrano i parametri ematochimici
  • aumenta la capacità e l’elasticità dell’apparato respiratorio, anche a riposo, per la maggiore richiesta di ossigenazione a cui sono chiamati gli alveoli polmonari durante l’esercizio fisico
  • migliora la capacità contrattile del cuore e la sua irrorazione coronarica: a riposo, uno sportivo ha un battito cardiaco di frequenza inferiore rispetto ad una persona sedentaria, ed è meno soggetto a sbalzi di pressione; inoltre, il suo sistema circolatorio è più elastico ed ha un migliore ritorno venoso, dovuto alla maggiore efficienza della muscolatura.

L’esercizio fisico, inoltre, scongiura il rischio di condizioni tipiche della vita sedentaria: l’obesità, il diabete, l’ipertensione, e tutte le patologie legate al sistema cardiocircolatorio, tra cui l’infarto, una delle cause di morte più diffuse nel mondo occidentale.

Un po’ di sport, giorno dopo giorno
Certo, non ci si può inventare atleti da un giorno all’altro, né tutti hanno a disposizione il tempo e le energie necessarie per potersi dedicare con molto impegno ad un’attività sportiva; d’altronde, per chi non ha mai praticato sport, è necessario “partire per gradi”, senza affaticare il cuore, i muscoli e la colonna vertebrale con esercizi eccessivi o prolungati, cosa assolutamente controproducente.
La vita moderna ci ha abituato ad una serie di comodità (l’automobile, l’ascensore, la metropolitana …) che ci hanno sottratto l’occasione di fare anche solo un po’ di movimento fisico: qualche rampa di scale o un breve tratto di strada fatto a piedi apportano benefici non solo al nostro fisico, magari dopo una lunga giornata alla scrivania, ma anche alla psiche.
Praticare sport, infatti, allevia la tensione accumulata in tutto il giorno, porta benessere a tutto l’organismo e, dopo lo sforzo, induce una piacevole sensazione di rilassatezza, che ha benefici influssi sull’umore, sulla vita sociale e sul riposo notturno.

Attività fisica per prevenire il rischio di infarto
Un’attività fisica sana, regolare e senza sforzi aumenta il colesterolo buono (HDL), diminuisce quello cattivo (LDL), abbassa la pressione arteriosa e i livelli di glicemia ma, soprattutto, riduce il rischio di aritmie minacciose e di morti improvvise. Lo sport praticato senza continuità e interrotto bruscamente può essere dannoso, meglio farlo con gradualità e costanza. Secondo recenti studi statunitensi, l’esercizio fisico ridurrebbe del 25% i rischi di mortalità da infarto.
Infatti, la probabilità di un primo attacco cardiaco risulta raddoppiato nelle persone sedentarie di sesso maschile rispetto a coloro che praticano sport. Gli esercizi anti-infarto sono: nuoto, tennis, footing possibilmente all’aperto e, comunque, mai meno di quattro volte a settimana per 40 minuti a seduta. Sì allo sport, quindi, anche se gli esperti sconsigliano di praticarlo quando fa caldo o troppo freddo o dopo aver mangiato abbondantemente.
Nel caso in cui il paziente sia stato sottoposto a intervento chirurgico c’è la ginnastica “calistenica”, che consiste in una serie di esercizi dolci da far eseguire dopo la seconda settimana dall’infarto e dopo la terza dall’operazione, in modo da evitare un secondo infarto ed un peggioramento della malattia ischemica di fondo.
È notizia di questi giorni che in dieci anni la sindrome coronaria acuta responsabile degli attacchi è scesa dal 10 al 5%. Ogni anno in Italia sono vittime di malattie cardiovascolari 242mila persone. Di queste, il 30 per cento, cioè 73mila, sono dovute all’infarto del miocardio: 187 decessi ogni 100mila abitanti. Nel Bel Paese i pazienti affetti da cardiopatia ischemica, l’anticamera della sindrome coronaria acuta, sono un milione e 500mila. Un dato finale: gli uomini nell’età compresa tra i 50 e i 70 anni sono a maggiore rischio infarto rispetto alle donne, soprattutto nei paesi nordici dove è più alto il consumo di grassi animali.

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Combattere la sedentarietà dopo i 40 anni riduce il rischio cardiaco, anche se fino a quel momento si è stati più pigri: uno studio tedesco

Non è mai troppo tardi per iniziare a fare attività fisica per proteggere il proprio cuore. Uno studio condotto presso le Università tedesche di Ulm e di Heidelberg ha intervistato 312 soggetti con problemi cardiovascolari e 479 sani tra i 40 e i 68 anni chiedendo a tutti di descrivere, attraverso un questionario, la quantità e il tipo di attività fisica svolta fino a quel momento.
Secondo quanto riferito dalla rivista Heart, sembra che per coloro che avevano fatto regolare attività fisica si registrasse una riduzione fino al 60% del rischio cardiovascolare rispetto agli altri. Ma ciò che è emerso ancora più chiaramente da questa ricerca è che, anche se tra i venti e i trent’anni non si è fatta alcuna attività sportiva e si è ceduto un po’ alla pigrizia, iniziare a muoversi e ad essere più attivi dopo i 40 anni sembra essere altrettanto efficace. I volontari che hanno iniziato a fare attività sportiva intorno ai 40 anni, infatti, vedevano ridurre del 55% le chance di avere un problema cardiaco rispetto ai loro coetanei che continuavano ad essere sedentari.

(MFL Comunicazione – 28/08/2006)

Lo sport ed il rischio cardiaco
Tra i fattori di rischio per le malattie cardiache oltre al fumo, l’ipercolesterolemia e l’ipertensione arteriosa è stata recentemente inserita la sedentarietà o mancata attività fisica. Questo perché si ritiene che l’attività fisica svolta da soggetti sedentari per una durata di 30 minuti quotidiani, riduce i rischi di cancro dell’intestino e del colon, di osteoporosi, ipertensione arteriosa, depressione, ansietà e stress.
È inoltre doveroso precisare che, quando si parla di attività fisica, non ci si riferisce esclusivamente agli esercizi aerobici come il jogging il ciclismo, il nuoto, ma anche ad altre attività che si effettuano quotidianamente quali salire le scale, camminare per la città o praticare hobby come il giardinaggio. È da considerarsi ugualmente importante l’allenamento di sport di resistenza e gli esercizi con i pesi perché aumentando la forza contribuiscono a bruciare il grasso corporeo ed aiutano a diminuire la quantità di colesterolo nel sangue.
I benefici che l’esercizio fisico procura si possono così sintetizzare:

 

  • diminuzione della pressione arteriosa media
  • diminuzione del colesterolo totale ed LDL (colesterolo cattivo)
  • diminuzione dei rischi di lesioni ortopediche
  • diminuzione del grasso corporeo
  • miglioramento dell’efficienza di cuore e polmoni
  • controllo e prevenzione dello sviluppo di diabete
  • aumento del colesterolo buono (HDL)
  • aumento dei livelli energetici
  • aumento della tolleranza allo stress ed alla depressione

Le conseguenze che l’attività fisica apporta all’apparato cardiovascolare sono difficilmente schematizzabili perché ciascuno sport procura in impegno cardiaco diverso. Questo infatti a seconda dei diversi sport può essere costante nel tempo, come ad esempio nella maratona in cui la durata della gara è relativamente lunga, o intermittente come per le attività aerobico-anaerobiche. Altre attività invece, come alpinismo, sport subacquei, sport motoristici etc. hanno un rischio intrinseco riconducibile all’ambiente sfavorevole in cui vengono svolti.
Si può quindi concludere che il rischio cardiovascolare aumenta per i soggetti che praticano sport di contatto nei quali possono verificarsi traumi contusivi toracici o violenti stimolazioni cardiache come i traumi cranici, in grado di facilitare fenomeni aritmici di tipo ipocinetico. Si è verificata dunque l’esigenza di classificare i diversi sport considerando gli effetti acuti e cronici che l’attività fisica determina sull’apparato cardiovascolare, per realizzare uno strumento di guida diretto agli specialisti di medicina dello sport; questo strumento è stato fornito dalla Bethesda Conference e dal COCIS. Come criteri guida per la classificazione sono stati presi in considerazione il carico di pompa, la pressione di esercizio, la frequenza cardiaca e le influenze emozionali, non solo nel momento della gara ma anche nell’allenamento.

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