Tecnica e tecnologia fanno crescere i trapianti

Tecnica e tecnologia fanno crescere i trapianti
Nel 2015 il nostro Paese ha fatto registrare un record di trapianti di rene e di fegato da vivente, ma aumentano anche quelli degli altri organi, con l’eccezione del polmone. Nel frattempo nuovi dispositivi permettono di ampliare le possibilità di intervento
17 Febbraio 2016 – Nel 2015 in Italia all’incirca un trapianto di rene su sei è avvenuto prelevando l’organo necessario non da un cadavere, bensì da una persona vivente. È un record: 301 su 1.877, per la precisione, con un aumento di ben 50 organi in più da vivente rispetto al 2014, così confermando un trend in crescita dal 2011 interrotto solo nel 2012 (192 da vivente). Anche il numero dei trapianti parziale di fegato da vivente ha fatto registrare un numero mai raggiunto prima: 23 nel 2015, riconducendo verso l’alto la tendenza che nel 2014 aveva registrato una flessione (18) rispetto al 2013 (21). Nel totale, comunque, anche il trapianto di fegato è in crescita: a quelli da vivente ne vanno infatti aggiunti altri 1.067 da cadavere.
Aumento per quasi tutti i trapianti. In crescita nel 2015 rispetto all’anno precedente, comunque, sono praticamente tutti i trapianti d’organo in Italia. In totale, sono stati eseguiti 3.317 interventi (67 in più rispetto al 2014 e 228 rispetto al 2013) di cui circa il 15%, ha sottolineato il direttore del Centro nazionale trapianti (Cnt), Alessandro Nanni Costa, in persone con malattie rare. Anche il numero dei trapianti di cuore ha registrato un buon incremento sul 2014: 246 in totale (+19). Un risultato che potrà ulteriormente essere migliorato, con un più ampio ricorso a tecniche e tecnologie innovative come il Vad (Ventricular assist device), un dispositivo che “aiuta” i ventricoli a pompare il sangue nel corpo, che non solo può essere utilizzato in attesa che si renda disponibile un cuore ma spesso viene utilizzato come soluzione definitiva in persone che, per esempio, non sono idonee al trapianto. Oppure le apparecchiature di perfusione che permettono di mantenere vitale il cuore espiantato dal cadavere anche se ha smesso di battere: nel 2015 sono stati sei i trapianti eseguiti utilizzando queste metodiche. Tornando ai numeri, anche il trapianto di pancreas risulta in crescita, passando a 50 nel 2015 dai 43 del 2014. In flessione, invece, il polmone: 112 nel 2015 da 126 nel 2014, probabilmente in ragione dei rigorosi criteri utilizzati nelle procedure. Positiva invece l’attività trapiantologica per i tessuti e le cellule staminali emopoietiche; per queste ultime, sono stati 704 i trapianti da donatore non familiare adulto (+11 rispetto al 2014) e in aumento quelli da donatore familiare semicompatibile.
I trapianti pediatrici. In totale, nel 2015 i trapianti in età pediatrica sono stati 2.089, di cui 910 di fegato, 867 di rene e 312 di cuore.
I donatori. Nel 2015 sono stati 2.332 gli accertamenti di morte con criteri neurologici (nel 2014 erano stati 2.349) e 1.388 i potenziali donatori d’organo (+5 rispetto all’anno precedente), anche se quelli di cui è stato possibile utilizzare gli organi sono stati un numero inferiore: 1.170 (contro i 1.174 del 2014). Lieve calo per le opposizioni alla donazione nel 2015: 30.6% rispetto al 31% dell’anno precedente. Crescono invece i donatori di tessuti, soprattutto di cornea, che lo scorso anno sono stati 7.553 (7.449 nel 2014), facendoci salire al primo posto inEuropa.
Le liste d’attesa. Al 31 dicembre 2015 le persone in lista di attesa per un trapianto erano 9.070; la maggior parte per un rene (6.765); 1.072 per il fegato; 731 per il cuore; 383 per il polmone. Vi è una sostanziale stabilità dei dati di lista, dovuti a un maggiore equilibrio, rispetto al passato, tra i flussi di entrata e di uscita. Nell’anno 2015, con variazioni per singolo organo, i pazienti usciti dalle liste di attesa con un trapianto sono stati tra il 70% e l’80%. In particolare: per il rene, su 2.038 pazienti usciti dalla lista, 1.576 hanno ricevuto un trapianto (77%) e 140 sono deceduti (1,6%); per il fegato, su 1.288 pazienti usciti dalla lista, 1.067 hanno ricevuto un trapianto (82%) e 126 sono deceduti (5,6%); per il cuore, su 328 pazienti usciti, 246 hanno ricevuto l’organo (75%) e 76 sono deceduti (7,2%); per il polmone, su 179 pazienti usciti dalla lista, 112 hanno ricevuto un trapianto (62%) e 57 sono deceduti (10,1%); per il pancreas, su 69 usciti, 50 sono stati trapiantati e nove deceduti (2,8%).
La qualità dei trapianti (2000-2013). I dati del Centro nazionale trapianti riferiscono che praticamente nove italiani su dieci sottoposti a trapianto di cuore (89,9%) e altrettanti (89%) a trapianto di rene lavorano o sono nelle condizioni di farlo e quindi sono stati pienamente reinseriti nella normale attività sociale. Lo stesso vale per il 78% dei pazienti sottoposti a trapianto di fegato.
Le dichiarazioni di volontà nei Comuni. Oggi sono circa mille ogni giorno le dichiarazioni di volontà alla donazione raccolte dai Comuni, il 91,6% delle quali favorevoli. Nel 2015, grazie alla nuova modalità di registrazione in occasione del rilascio o rinnovo della carta d’identità, i cittadini che si sono espressi all’ufficio anagrafe sono stati 104.571 (contro i 15.137 del 2014). In considerevole aumento anche il numero dei Comuni italiani che hanno attivato questa procedura: 454 nel 2015, contro i 23 nel 2014. Gli ultimi dati all’11 febbraio scorso, tuttavia, portano il totale dei Comuni a 553 e a 151.847 le dichiarazioni registrate; sulla base del trend di queste prime settimane del 2016, la proiezione al 31 dicembre prossimo indica che i Comuni potranno raccogliere più di 208 mila dichiarazioni.
