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RUGBY DILETTANTISTICO: GESTIONE DELLA “CONCUSSIONE”

rugby

di Maurizio Ronchi
Coordinatore Staff Medico Seregno Rugby

Per le partite del campionato di rugby dilettanti, la commozione cerebrale che definiremo per praticità concussione, non è regolamentata.
Secondo quanto stabilito dall’art. 10 del Regolamento di World Rugby (WR),  “La concussione senza perdita di coscienza è la forma più comune di trauma cranico legata allo sport e la più difficile da diagnosticare tanto che, spesso, non viene riconosciuta. Essa è causata da un’improvvisa accelerazione-decelerazione dell’encefalo all’interno della scatola cranica e si manifesta con un’immediata, breve, alterazione delle funzioni neurali. È questo il motivo per cui sono i tecnici, gli allenatori, le “persone di campo” che devono saperla riconoscere e riferirla ai medici, ai quali invece spesso questi ragazzi non arrivano, proprio a causa del mancato riconoscimento del fenomeno traumatico.”
Non è regolamentata ai nostri livelli, per diversi aspetti pratici/logistici, in primis non poter disporre in campo di un medico esperto in commozione cerebrale e traumi cranici, come avviene per il professionismo.
Per gli staff medici delle nostre categorie dilettanti, non significa che il problema non esiste, anzi proprio seguendo le direttive di WR bisogna dare e fare il nostro meglio. Ovviamente la concussione non è esclusiva dei mondo professionistico, dove è ben regolamentata e presenta protocolli di stop severi e cautelativi, ma anche per il ritorno all’attività. Sono proprio le categorie inferiori e specialmente le giovanili, che destano maggiori preoccupazioni nella comunità scientifica, proprio perché la concussione in età infantile/adolescenziale, potrebbe causare serie problematiche a lungo termine.
Ecco perché WR si affida alle “persone di campo” per RICONOSCERE e RIMUOVERE il giocatore/giocatrice con evidenza o sospetta concussione.
Il medico di campo, nelle nostre categorie è solo quello messo a disposizione dalla squadra di casa; non dev’essere l’unico delegato al riconoscere questa seria tipologia d‘infortunio. Ovviamente essendo responsabile sanitario della partita, ha doveri e compiti precisi per la gestione immediata degli infortuni e della concussione. Questa però può avere diverse manifestazioni: segnali e comportamenti evidenti che non lasciano dubbi sul RICONOSCERE e RIMUOVERE, o segnali e comportamenti latenti o ritardati, che sono quelli potenzialmente più subdoli e per i quali tutte le persone coinvolte nella giornata della partita – staff-medico, tecnici, dirigenti, accompagnatori, compagni/e di squadra – appunto le “persone di campo”, devono prestare attenzione dal post partita in poi.
La nostra esperienza come staff-medico, ha avuto sempre a cuore la salute dei giocatori/giocatrici. Abbiamo per questo creato uno staff composto da diverse figure sanitarie e non, con diverse esperienze sportive e professionali, che han permesso un’ottima integrazione e interazione performante ed efficiente per i nostri giocatori e giocatrici.

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Si parla di uno staff-medico che gestisce allenamenti e partite dal Primo XV che milita in serie C, a tutte le Under e Old; non si parla di una società con una squadra semi-prof, e se la passione per dare e la voglia di fare esperienza la si considera come forma di remunerazione, a livello societario allestire uno staff-medico risulta un investimento sostenibile.
Col Primo XV abbiamo avuto quasi sempre la possibilità (fortuna) di contare anche in trasferta sulla figura del nostro medico. È un sogno pensare che ogni squadra che si muova possa avere al seguito il proprio Doc. Nelle nostre categorie il medico responsabile della partita – Doc della squadra ospitante – ha il grosso problema di non conoscere la situazione sanitaria della squadra ospite. Che non si riduce solo alla parte di infortuni pregressi a livello fisico/atletico, dato che rimane la grande incognita per tutti gli altri aspetti “civili” della salute: allergie, patologie, assunzioni farmaci salvavita o spot. È chiaro che il medico ospitante ha una seria carenza d’informazioni, ecco il perché del sogno che ogni squadra possa avere al seguito il proprio Doc.
Il nostro staff cerca di sopperire con la specifica richiesta di informazioni durante il pre-partita sulla situazione della squadra ospite, a cui poi riferire al successivo briefing con l’arbitro.
Il Referee (arbitro) è un’altra figura chiave per la gestione di una concussione. Soprattutto quando ci si scontra con il “machismo” del rugby eroico che “fintanto la testa non è staccata dal corpo, non si abbandona il campo”. Viene in aiuto specie per quei coach che protestano per la rimozione dal campo del giocatore/giocatrice.
Tornando alla concussione, è quindi importante, anzi come sottolinea WR estremamente importante, che ci sia conoscenza e formazione per tutte le “persone di campo” su questo delicato e subdolo aspetto traumatico.
Non è necessario che tutte le persone che ruotano a vario titolo durante allenamento/partita/trasferta, abbiamo la formazione dei componenti dello staff-medico. È sufficiente una formazione semplice e continua su come sapere gestire dopo la partita una sospetta concussione. Una concussione conclamata ha già il suo percorso che passa dal 112 o direttamente al Pronto Soccorso.
Il suo essere subdolo con effetti ritardati anche di ore, deve porre l’attenzione alla vigilanza della persona che ha subito una sospetta concussione. È qui che la formazione interviene proprio a scopo preventivo/cautelativo, per poter riconoscere quei sintomi inequivocabili che devono far scattare attenzione e azione, da chiunque sia presente con la persona da partita conclusa.
Sistematicamente noi facciamo formazione per le “persone di campo” anche solamente con una semplice card che spiega passo-passo come ci si deve comportare e come riconoscere i sintomi sospetti di una concussione. La Sideline Concussion Check Card, un pieghevole di carta tradotta dal dr. Marco Cesana con autorizzazione da parte della neozelandese ACC (Accident Compensation Corporation), largamente diffusa e utilizzata nel rugby dell’emisfero sud.
Una persona con sospetta concussione, non deve mai essere lasciata sola dal momento che abbandona il campo di gioco, nemmeno in spogliatoio per la doccia, per almeno le successive 24h.
Sulle sospette concussioni, noi “addestriamo” sempre chi accompagna il giocatore/giocatrice affinché la catena di attenzione non sia mai interrotta fino alla consegna a domicilio; dove a sua volta si informerà, “passando le consegne” ai familiari, su come comportarsi in caso di …
Sul portale di WR sono presenti informazioni, consigli, tutorial per tutti gli aspetti del nostro sport. La parte Player Welfare è una fonte importante e autorevole per imparare e aggiornare i protocolli sanitari per gli staff-medico dalle categorie dilettantistiche fino ai professionisti.
La sezione Player Welfare contiene informazioni sulle politiche e le procedure utilizzate da World Rugby in questo sport, che si tratti della superficie su cui si gioca, dell’attrezzatura utilizzata o della prevenzione e del trattamento degli infortuni, Le linee guida riguardano sia gli aspetti di gioco che quelli medici.
Sul modello dell’uso laico del BLS-D che ha portato un sensibile calo dei decessi da arresto cardio-circolatorio sia in ambito sportivo che non, nel nostro piccolo stiamo da anni perseguendo l’idea che fare informazione e formazione per la concussione alle “persone di campo” nel rugby.
È una missione a cui tutte le squadre dilettantistiche dovrebbero partecipare. Ci stanno aiutando moltissimo i vari arbitri del nostro campionato, cerchiamo di coinvolgere le altre squadre a seguire questo modello, davvero sostenibile economicamente, e che può davvero fare la differenza tra risultare un eccesso di prudenza e qualcosa di molto serio se non tragico.

BIBLIOGRAFIA

  1. Congresso nazionale AMIR 2005 – LA GESTIONE MEDICA DI UNA SQUADRA DI RUGBY
  2. Ieracitano V.M., Giacobbe M.V.: LA TRAUMATOLOGIA NEL RUGBY –  Il Medico Sportivo, Periodico di aggiornamento scientifico e professionale Anno 7 – Numero 2 – 2007
  3. Pubblicazioni e siti di: Federazione Italiana Rugby – International Rugby Board – Australian Rugby Union – New Zealand Rugby Union
  4. Cesana M., Ursino S., Chiffi A., Cappellari C., Dalozzo G.: GESTIONE A BORDO CAMPO DELLA CONCUSSIONE CEREBRALE NEL RUGBY: LA NOSTRA ESPERIENZA – da: CONGRESSO NAZIONALE AMIR 2008 – LA RICERCA SCIENTIFICA APPLICATA AL RUGBY DEL XXI SECOLO

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a cura di Maurizio Ronchi
Coordinatore Staff Medico Seregno Rugby

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