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SIGARETTE, SCATENANO 40 PATOLOGIE!

I danni provocati interessano quasi tutti gli organi

Nel 1964 il primo resoconto del Surgeon General pose per la prima volta in evidenza la relazione tra il fumo di sigaretta e una malattia, il tumore al polmone: oggi, dopo 50 anni, le patologie che sono connesse al fumo sono quasi 40, e la lista risulta alquanto nutrita, con patologie a carico di quasi tutti gli organi, come è messo in evidenza dal nuovo report The Health Consequences of Smoking: 50 Years of Progress pubblicato sempre dalla stessa autorità di salute pubblica del governo statunitense.

Per quanto riguarda la relazione fumo-insorgenza di tumore, ad esempio, le evidenze del report ora provano – spiega il dottor Luigi Ferritto, medico-pneumologo, presso la Clinica Athena-Villa dei Pini di Piedimonte Matese (CE) – che dal fumo di sigaretta derivano due nuovi legami diretti, con il cancro al colon retto e con il cancro al fegato. Il report ha messo in luce che il fumo può provocare tumori in ogni parte del corpo: oltre ai polmoni, ai bronchi, all’esofago e alla cavità orale, al naso, alla faringe, allo stomaco, al pancreas, alla vescica, ai reni, al fegato, all’utero, alla cervice, al colon retto e può causare anche la leucemia”.

Al di là dei tumori, tra le patologie causate o attivate dal fumo, il report mette in evidenza un lunga lista di malattie – prosegue Ferritto – destinata presumibilmente ad allungarsi in futuro: si va dalle malattie respiratorie – tra cui la broncopneumopatia cronica ostruttiva – alle malattie cardiovascolari – tra cui aneurisma e infarto – a complicazioni in gravidanza, alla riduzione della fertilità e della funzionalità sessuale maschile e ad un aumentato rischio di mortalità neonatale”. Dallo studio emerge inoltre che il fumo favorisce anche la comparsa del diabete mellito di tipo 2, infatti un fumatore ha fino al 30-40% di probabilità in più di sviluppare il diabete rispetto a un non fumatore”.

“Nonostante tutti i progressi fatti, siamo ancora un Paese vittima del tabacco – conclude Ferritto – infatti il report ha chiarito che il fumo attualmente negli Usa uccide 400 milioni di persone ogni anno, attestandosi come la più importante causa di morte evitabile. Sebbene negli ultimi anni la percentuale di fumatori americani si sia ridotta, passando da oltre il 50% di fumatori al 18%, c’è ancora molto lavoro da fare.
Ogni giorno 3.200 giovani con meno di 18 anni accendono la loro prima sigaretta e altri 2.100 giovani e giovani adulti fumatori occasionali si trasformano in fumatori abituali!”

Secondo un recente sondaggio, in Italia fuma il 30% dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni: troppi!
Circa 50 anni fa veniva pubblicato il primo resoconto sulla nocività del fumo e sui suoi danni, preparato dal Surgeon General’s Advisory Committee on Smoking and Health americano. Sulla scorta di oltre 7.000 articoli scientifici e superando, almeno in parte, le pressioni delle fortissime lobby delle aziende del tabacco, il rapporto si concludeva affermando che il fumo causava certamente tumori polmonari e laringei negli uomini e probabilmente anche nelle donne (oggi sappiamo, invece, che le donne fumatrici sono ancor più soggette degli uomini a questo rischio) e, infine, che erano la più importante causa al mondo di bronchite cronica. Cominciava una inversione di tendenza anche nella presenza pubblica della sigaretta, non più compagna alla moda di cinici e affascinanti attori e di grandi star seduttrici del cinema, ma scomodo e malsano vizio da evitare e nascondere. Fino all’arrivo della sigaretta elettronica che rischia oggi di sdoganare nuovamente l’antico vizio, almeno psicologicamente.

TROPPI FUMATORI ADOLESCENTI
Ma mezzo secolo dopo il rapporto del Surgeon General sul fumo, anche se si calcola che oltre 8 milioni di vite umane siano state salvate dalle campagne di disassuefazione dal fumo, molto resta ancora da fare. “Una recente indagine condotta da Doxa per la Lega Italiana contro i Tumori – afferma Luigi Ferritto – ha evidenziato che il 21% degli italiani fuma circa 10,6 sigarette al giorno, fumano il 25% degli uomini e il 18% delle donne, ma soprattutto è emerso che fumano il 30% dei giovani tra i 15 e i 24 anni, tanti, anzi, troppi.
L’impressione è che le campagne di sensibilizzazione abbiano perso di incisività proprio tra i più giovani e oggi sappiamo che nella valutazione dei possibili rischi per la salute conta anche quando si è cominciato a fumare: tanto prima si inizia a accendere la prima sigaretta tanto peggio è”.

I BENEFICI DELLA DISSUEFAZIONE
“Smettere di fumare – spiega il Dott. Ferritto – ha sempre importanti effetti positivi sulla salute: chi smette a 30 anni guadagna 10 anni di vita rispetto a chi continua a fumare, 9 anni se si smette a 40, ma anche smettendo a 50 anni gli anni di vita guadagnati sono ancora tanti, circa 6.”
Quindi dopo mezzo secolo dal più importante rapporto sui danni del fumo è ancora un buon momento per smettere.

 

Dott. Luigi Ferritto          
Dipartimento di Medicina Interna – Ambulatorio di Fisiopatologia respiratoria
Clinica Athena-Villa dei Pini – Piedimonte Matese (CE)
e-mail: luigiferritto@email.it

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